Al centro del prospetto est della torre,
murata sui filari di laterizi sovrastanti la
base in trachite, troneggia l’epigrafe
affissa da Carlo Leoni: «Mesto avanzo di
nefanda tirannide / Ezzelino eresse /
1250». La targa costituisce l’ultimo
accenno ad una lunga tradizione storiografica che attribuisce ad Ezzelino III da Romano (1194- 1259) la costruzione dell’edificio. Rolandino nel VI libro della Cronica, scrive:«Quidam namque latenti quasi murmure asserebant quod Ecelinus
quiescere proponebat ulterius et sive in
castro, quod Padue fieri facerat, sive in
palacio, quod in capite pontis Molendinorum in Padua pro se ipso similiter facere intendebat de sassis mirabilibus et de effossis fundamentis aliarum domorum et turrium de Padua dirrutarum – sed nondum inceptum erat – vitam suam in deliciis et solaciis consumare, cum amodo se quasi solum et unicum videret in Marchia dominantem ». Proprio dalla porta di Ponte Molino infatti Ezzelino, con la complicità degli abitanti del borgo, avrebbe dovuto fare il proprio ingresso e conquistare la città nel 1237.
I cavalieri del quartiere di Ponte Molino ricevettero poi l’incarico, nel 1238, di presidiare la rocca di Este appena conquistata. Infine, Ezzelino assegnò ad uno dei propri più fedeli collaboratori, Guido da Malo, l’amministrazione del borgo di Ponte Molino, presso il quale si radunava una delle più importanti vicinie, le assemblee popolari, della città. Di tutt’altra opinione sembra essere Giovanni da Nono, che all’interno della Visio Egidij Regis Patavie, sostiene che la torre sia in realtà appartenuta ai da Ponte, in seguito i Camposanpiero e i Sanbonifacio. Bortolami osserva che una casa-torre presso la porta di Ponte Molino,
contesa da privati alle monache di San Pietro, è ricordata in una fonte del 1284. Un documento notarile del 21 febbraio 1561, poi, registra «in contrada Sancti Urbani, domo iuris doctoris domini Francisci de Firmis» la «aquisitio toracii magnifici comitis Francisci de Bardolino» da Antonio Rubino «filio quondam Baptiste», abitante a Camposanpietro. Lionello Puppi riferisce invece che il conte Francesco Forzadura comperò dai conti Cittadella di San Polo il cosiddetto Torrazzo fabbricato presso ponte Molino dal tiranno Eccelino.