Dall’esame del prospetto generale si evince che l’edificio corrisponde all'unione di due diversi corpi di fabbrica. Lo si riscontra anche dalle planimetrie del Catasto Napoleonico dove quello che attualmente risulta come un unico stabile è indicato con due diversi numeri di mappale (347 e 348). Sovrapponendo la pianta odierna si nota come il muro tra le due unità si sia mantenuto non come separazione tra due edifici, bensì come divisione interna dei vani. La permanenza del muro portante è stata verificata anche all’interno di una delle unità abitative dove, risparmiati dall’intonacatura, rimangono lacerti di ghiere e laterizi dell’antica parete.

L’edificio si sviluppa su tre livelli fuori terra e la facciata si imposta su un alto portico a cinque fornici non uniforme costituito da colonne in trachite con fusto liscio, poggianti su alto plinto e con capitello scantonato (sia semplice che nella variante fogliata). I due gruppi di arcate, caratterizzati da tre archi non omogenei a tutto sesto e da due stretti archi a ferro di cavallo, sono separati da un pilastro in laterizio e presentano tutti doppia ghiera. Sui peducci al di sopra dei capitelli si trovano alcuni mascheroni. Nel sottoportico si aprono sette monofore rettangolari che illuminano i locali dell’ammezzato tra il piano terra e il piano nobile. Il primo piano è caratterizzato da una trifora centrale con un balconcino a balaustrini e da quattro monofore rettangolari con cornice, il tutto in pietra di Nanto. Vi sono anche porzioni di ghiera a tutto sesto con listelli in laterizio e bardelloni dalla differente decorazione: a sinistra con listelli a cuspide e bardellone decorato a fuga di triangoli, a destra con listelli rettangolari e bardellone decorato a quadrati. Infine è presente un piano superiore, adibito a terrazza interna, composto da una muratura in laterizio con tre aperture quadrangolari.