Il palazzo è stato profondamente ristrutturato a più riprese anche se, in generale conserva l’estruttura duecentesca in laterizi medievali. Tipologicamente sarebbero di questa fase le monofore e le bifore, entrambe riccamente decorate con bardellone geometrici e figurati. Tuttavia è probabile che alcune bifore siano state ritoccate nelle prime decadi del XX secolo.
Nel XIV secolo per esigenze abitative
si abbassano i portici di molti palazzi
della città tra cui anche quello in questione formando un volto a sesto ribassato e creando un piano ammezzato. Allo stesso periodo si ascrivono anche le finestre presenti sul lato sinistro di cui rimangono piccole porzioni della cornice. La terza fase,
quattrocentesca, vede il tamponamento
delle finestre del periodo precedente,
sostituite, nel prospetto nord, da una
monofora trilobata e nel prospetto sud, da una trifora trilobata. In quarta fase sia
aggiunge la trifora lombardesca che
permette di datare l’intervento alla fine del XV secolo. Di quinta fase, databile al XVI secolo, sono le finestre rettangolari con cornici in pietra di Vicenza e i tamponamenti degli archi al piano terra, azione atta a realizzare porte e finestre quadrangolari sul lato destro dell’edificio. Nel XX secolo vengono realizzati vari interventi di ristauro, il ripristino in style delle bifore e viene collocata la targa in
memoria di Flavio Busonera, importante
attivista della Resistenza, ucciso impiccato di fronte al palazzo il 17 agosto del 1944.
Nell’ultima fase, che si colloca tra 1962 e
1963, viene ridipinta la parte bassa del
palazzo, rifatta la parte inferiore con eliminazione di porte e finestre rettangolari di quinta fase e apertura di due vetrine a centro ribassato ad imitazione della precedente finestra, trasformata in porta.