Suggestiva è l’identificazione del palazzo con la castellata domo lapidea, citata da Rolandino in riferimento alla battaglia per la riconquista di Padova, sostenuta dai cavalieri di S. Pietro contro le le ezzeliniane nel 1256 presso la porta delle Torricelle.  Le prime attestazioni certe sulla famiglia proprietaria risalgono al X secolo e riguardano Gauslino Transelgardi (964-978), vescovo di Padova. Secondo la cronaca De viris illustribus familiae Transelgardorum, Forzate et Capitis Listae, scritta da Giovanni Francesco Capodilista, nel 1432, le origini della famiglia sarebbero da ricondurre al periodo carolingio.

Dall’XI secolo diventarono vassalli del vescovo e tra XI e XII secolo la famiglia assunse il nome Forzatè che, secondo alcuni studiosi, deriva da "Sforza i Tadi", in riferimento ai contrasti con quest’altra famiglia padovana. Nel XIV secolo i Capodilista consolidarono la loro posizione grazie all’appoggio nei confronti del nuovo potere signorile e alla ricchezza economica. Nel 1318 Marzio Forzatè diede in moglie a Giacomo di Nicolò da Carrara la figlia Lieta. Da questo matrimonio nacque Francesco I, futuro signore di Padova. Dal XIV secolo il nome dei Capodilista è legato all’Università di Padova, dove molti membri della famiglia si distinsero negli studi giuridici. Risale all’inizio del XV secolo la prima fonte che mette in relazione i discendenti della famiglia Capodilista con il palazzo di via Umberto I, nominandolo come proprietà di Giovanni Francesco.