L’edificio si trova tra via Santa Lucia e via Boccalerie, nome derivato dalla presenza, in epoca basso medievale, di numerose botteghe di ceramisti. Infatti, per la presenza di un forno nella porzione centrale della muratura del lato nord del nostro palazzo, si è creduto che l’edificio fosse adibito alla cottura della ceramica. In realtà, un documento del 1873, che copia il testamento di Giacomo Catton dell’11 agosto 1622, informa della presenza di due forni, uno da panettiere, che viene chiamato forner, l’altro chiamato “scaleter”, adibito quindi alla cottura delle “scalete”, tipico dolce veneto. Nel testamento, Giacomo lasciava tutto alla moglie, a patto che costei abbandonasse qualsiasi tipo di rapporto con la propria famiglia d’origine, altrimenti tutto il ricavato, proveniente dai forni, sarebbe andato in gestione al parroco di S. Giacomo al fine di sostentare alcune giovani fanciulle padovane. In ogni caso, alla morte della moglie, il ricavato sarebbe andato alla parrocchia di S. Giacomo. Interessante il fatto che, ancora nei primi del Novecento, l’edifico ospitava un panificio e i due forni erano nel pieno della loro attività.