Attraverso l’analisi stratigrafica sono state individuate diverse tecniche murarie, a volte difficili da distinguere a causa delle operazioni di restauro del XX secolo.
La tipologia muraria più antica si segnala sui lati sud e nord, al di sopra del rivestimento in pietra calcarea, ed è caratterizzata dal riuso di laterizi romani di colore ocra. Sul lato nord è visibile un arco in parte obliterato dal rivestimento in pietra.
Al di sopra di questi elementi, si individua una muratura costituita da mattoni di colore più scuro, presente in tutti i prospetti. Sono in fase le bifore con tripla ghiera in laterizio. Questi interventi sono probabilmente da collocare tra XIII e XV secolo, periodo in cui le feritoie vengono sostituite dalle bifore.
Le fonti documentano per il 1620 una sopraelevazione della torre con l’aggiunta di una lanterna ottagonale sormontata da una cupola.
Sempre nel prospetto nord è visibile una terza tecnica costruttiva, inerente ad una prima fase di restauro, che si colloca nella parte bassa della torre verso il palazzo degli Anziani e composta da una tessitura a due teste di mattoni rosso scuro. Questo restauro potrebbe collocarsi dopo il terremoto di Asolo del 1695, momento in cui, a causa dei problemi statici che la torre presentava, venne realizzato un contrafforte alto 23 m e largo 5 m, che poggiava su una base lignea legata con massagne di mattoni.
anche di una lanterna e una statua. L’aspetto attuale deriva da interventi di restauro dell’architetto F. Forlati eseguto negli anni trenta e quaranta del XX secolo.
Feritoia tamponata visibile nel permitrale sud
Parte inferiore della muratura nel perimetrale sud