La particolare denominazione di questo palazzo deriva da un documento del 1370 stipulato in occasione di un patto tra Galeazzo Visconti e ventisei soldati tedeschi nell’albergo Hospitio ab Angelo che si dice trovarsi nel quartiere Santa Lucia nel rione del Duomo.
L’isolato era delimitato a nord dalla strada del Figaro, ad est dalla strada della Gigantessa, attuale Busonera, a sud da via Santa Lucia e a ovest dalla strada di San Rocco, attuale via Martiri d’Ungheria.
Agli inizi del XX secolo il palazzo era della famiglia guelfa dei Borromei, trasferitisi a Padova da S. Miniato nel 1250. La proprietà di questa famiglia è attestata da un documento del 1761, in cui si dice che la casa di Androna dei Dotti comincia dall’angolo della casa dei Borromei e con la facciata arriva quasi al volto dei Lovo.
Agli inizi del XX secolo l’edificio, diventato ormai poco più di una stalla, ospitava nei giorni di mercato, i contadini che arrivavano in città.
Secondo alcuni studiosi la decadenza dell’area si inasprisce con la rifunzionalizzazione di piazza dei Noli che diventa centro di smistamento del traffico. Tuttavia la perdita di importanza dell’edifico sembra attestarsi già dal XVII secolo a causa di una crisi demografica ed economica.
La zona venne del tutto modificata in occasione dei radicali stravolgimenti del tessuto urbano operati negli anni 30 del Novecento, momento in cui vennero demoliti moltissimi edifici del quartiere di Santa Lucia come documentano le fotografie storiche.
Dal 1930 ospita il Gabinetto di Lettura e società d’incoraggiamento di Padova.
Fotografia storica del prospetto est prima delle demolizioni delle case annesse alla Casa dell’Angelo
Stemma ilegibile posto nel prospetto est